Descrizione
Si svolge la domenica precedente la solennità delle Palme ed ha i bambini nel ruolo dei personaggi principali. La definizione di “storico”non è fuori luogo, poichè, sebbene ammantata di un alone leggendario, la rievocazione si allaccia ai tragici eventi di cui il paese e l’intera vallata furono teatro sul finire del 1300. Infatti nel 1386, qui, ebbe inizio il “Tuchinaggio”, quel movimento di rivolta popolare contro le vessazioni dei signorotti locali, che dilagò rapidamente in tutto il Canavese. Alla testa dei popolani in armi si pose Antonio Capra -secondo alcuni un nobile di Mazzè caduto in disgrazia – che si era rifugiato sul monte Cavallaria dove viveva allevando capre (da cui il soprannome Capra). La scintilla che diede l’avvio alla sommossa fu l’atteggiamento sprezzante del signorotto, deciso, com’era consuetudine a quel tempo, a far valere per sè lo “ius primae noctis” con una novella sposa (non si sa se fosse quella di Antonio Capra o di un abitante del villaggio.) Brandendo gli attrezzi del lavoro quotidiano, la folla assalì il castello, posto sull’altura alle spalle dell’attuale cimitero, lo incendiò e catturò il tiranno che venne chiuso in una botte fatta poi rotolare lungo il ripido pendio che scende verso l’abitato di Lessolo. La leggenda vuole che il popolo abbia festeggiato con canti e balli la conquista della libertà. Tornando al carnevale, il sabato sera, dopo la presentazione dei personaggi dal balcone del Municipio, si svolge una sfilata per le vie del paese: Le fiaccole accese e la musica del locale gruppo “Ocarine e Tamburi” ricreano la suggestione dell’assalto notturno e della successiva baldoria. Ogni anno, inoltre, viene costruito un castello in legno e cartone che viene dato alle fiamme prima che inizi la sfilata dei personaggi con il loro seguito di gruppi mascherati e di carri allegorici. In passato, come elemento importante della sfilata immediatamente dopo il carro della castellana, c’era una grossa botte, in parte tagliata, da cui sbucava un giovanotto nelle vesti del tiranno, incatenato e ben sorvegliato da robusti popolani; purtroppo non essendoci più nessuno disposto a rivestire questo ruolo la botte è ridotta a semplice ornamento della parte posteriore del succitato carro.
Si svolge la domenica precedente la solennità delle Palme ed ha i bambini nel ruolo dei personaggi principali. La definizione di “storico”non è fuori luogo, poichè, sebbene ammantata di un alone leggendario, la rievocazione si allaccia ai tragici eventi di cui il paese e l’intera vallata furono teatro sul finire del 1300. Infatti nel 1386, qui, ebbe inizio il “Tuchinaggio”, quel movimento di rivolta popolare contro le vessazioni dei signorotti locali, che dilagò rapidamente in tutto il Canavese. Alla testa dei popolani in armi si pose Antonio Capra -secondo alcuni un nobile di Mazzè caduto in disgrazia – che si era rifugiato sul monte Cavallaria dove viveva allevando capre (da cui il soprannome Capra). La scintilla che diede l’avvio alla sommossa fu l’atteggiamento sprezzante del signorotto, deciso, com’era consuetudine a quel tempo, a far valere per sè lo “ius primae noctis” con una novella sposa (non si sa se fosse quella di Antonio Capra o di un abitante del villaggio.) Brandendo gli attrezzi del lavoro quotidiano, la folla assalì il castello, posto sull’altura alle spalle dell’attuale cimitero, lo incendiò e catturò il tiranno che venne chiuso in una botte fatta poi rotolare lungo il ripido pendio che scende verso l’abitato di Lessolo. La leggenda vuole che il popolo abbia festeggiato con canti e balli la conquista della libertà. Tornando al carnevale, il sabato sera, dopo la presentazione dei personaggi dal balcone del Municipio, si svolge una sfilata per le vie del paese: Le fiaccole accese e la musica del locale gruppo “Ocarine e Tamburi” ricreano la suggestione dell’assalto notturno e della successiva baldoria. Ogni anno, inoltre, viene costruito un castello in legno e cartone che viene dato alle fiamme prima che inizi la sfilata dei personaggi con il loro seguito di gruppi mascherati e di carri allegorici. In passato, come elemento importante della sfilata immediatamente dopo il carro della castellana, c’era una grossa botte, in parte tagliata, da cui sbucava un giovanotto nelle vesti del tiranno, incatenato e ben sorvegliato da robusti popolani; purtroppo non essendoci più nessuno disposto a rivestire questo ruolo la botte è ridotta a semplice ornamento della parte posteriore del succitato carro.
Video
Indirizzo
Baita Carla, Località Drobbi, 10080 Brosso TO
Mappa
Indirizzo: Baita Carla, Località Drobbi, 10080 Brosso TO
Coordinate: 45°29'32,7''N 7°48'10,2''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Costo
Gratuito
Allegati
Documenti
Organizzato da
pro loco brosso
Contatti
Nome | Descrizione |
---|---|
prolocobrosso@gmail.com |
Ultimo aggiornamento pagina: 12/10/2023 01:32:26